venerdì 27 ottobre 2006

Continuo a comprare libri, ma questa volta non c'è stato nulla di storto nell'acquisto. Continuo a comprare libri; questo è il fatto, innegabile, che vale come scontrino fiscale. Continuo ad accumulare pagine su pagine e sono sincero se mi dico che non sono acquisti puramente occasionali, che non sto comperando per l'ossessione di avere, per l'ansia di accumulare, per il piacere ambidestro del possesso: li compero per un bisogno mai così puro di sapere, per la voglia quasi infantile di sporcarmi le mani con tutto quell'inchiostro. Sperando così che di trovarlo ancora umido; tanto il calore con cui li sfoglio che vorrei mi si sciogliessero davanti: immagino così, per gioco, ad occhi aperti, ed ecco, le parole e le frasi intere cominciano a tremare per poi danzare sul loro posto, felici di piroette e di svolazzi, volteggiano per il foglio fino ad incanalarsi, a forma di imbuto, verso l'impugnatura e dal centro da sopra da sotto scivolano nelle mie mani ed io, finalmente, libero e potente getto questa acqua nera, di storia e di passione, di lettere a migliaia, sul mio viso assetato di emozione. Luce. Rinfrancato appagato e improvvisamente sveglio, quasi accecato dalle idee di persone sceltissime o anche no che per secoli hanno scritto affidando le loro epoche al narrare muto della carta. Capisco che per me un libro, sopratutto ora, è un amico. E mi scorrazza - mi sollazza si confida mi ispira - respira nuota e mai annega - e si confida e mi porta via con sè; io con lui - che non esco mai - volo via, un mondo più in là - pronto a guerreggiare ad osservare a nascere ad onorare ad infierire - insomma - a mischiare il mio naso tra milioni di altri nasi, tra milioni di altre storie. Mi ritrovo con un fine settimana alle porte e qualche migliaio di pagine scritte, tutte comprate una sull'altra - tutte a caro prezzo e senza nessun senso di colpa. Mi ritrovo con la mia barricata di carta tenuta su dall'inchiostro che si secca; in questa solida fortezza di immaginazione. Mi preparò così a questa guerra settimanale tra ciò che è giusto per me e ciò che dovrei fare come gli altri. Non resta altro che scavare trincea nel solco bianco tra due righe e da lì attuare la mia divertita resistenza.

Saluti

8 commenti:

Anonimo ha detto...

Finalmente riesco a rientrare nel tuo blog... prima, misteriosamente, non me lo apriva (al tuo commento precedente ho risposto da me).

Grazie di cuore per il commento alla mia ultima striscia :-)

CIAO!!!

Anonimo ha detto...

Nel Pacifico sono sempre le 2 di notte (notizia molto falsa) :-)

Grazie per il commento, CIAO!!!

Piggio ha detto...

è inutile resistere

Anonimo ha detto...

i libri sono una cosa fantastica!
io li leggo in metro....non mi accorgo nemmeno di arrivare a Loreto e cambiare linea....è un po' come usare un teletrasporto!
leggendo ciò che hai scritto...mi vien voglia di consigliartene uno...è fan-tas-ti-co "l'ombra del vento" di Carlos Ruiz Zafon!
se ti va....dirai che ne pensi!
ciao ciao

Capperi!

Anonimo ha detto...

io già sapevo che evevi scritto...
come sempre è da brivido, anzi no, da...vertigini!

L'Anonimo ha detto...

Capperi: lo voleva comprare mia sorella proprio ieri, poi se lo compra ti dirò...al momento dovrei avere l'interdizione del portafoglio almeno fino a dopo Natale (si parla sempre del costo eccessivo dei dischi ma mai di quello dei libri)

Commentatrice anonima: si è vero, è partito tutto da lì: ho preso la matita e ho cominciato a scrivere su retro di un foglio di una "certa" poesia. Quando ho finito mi sono sentito euforico, consapevole di non aver spostato l'asse della Terra di un solo millimetro ma importante per me.

Anonimo ha detto...

meno male che non hai spostato l'asse della terra o non sai che catastrofe sarebbe potuta accadere...

L'Anonimo ha detto...

tipo?