mercoledì 4 ottobre 2006

Là, dove vita vera e surreale si intrecciano

Ogni volta che rimango solo in casa per più di quattro giorni consecutivi vengo colto una strana impressione, Mi sembra che tutto repentinamente muoia nel giro di pochissimo se affidato alle mie esclusive cure. Il basilico muore. Il prezzemolo muore. La piantina vomita l'acqua che gli metto e mi allaga la cucina. Il cibo marcisce più velocemente delle altre volte: il latte si quaglia dopo mezz'ora, forse per dispetto visto che non lo bevo più; la carne si fa marrone dopo un solo sguardo, quasi fosse sdegnata di essere il mio pranzo; il sugo ci mette anni a cuocersi facendo crescere in me il sospetto di essere in realtà della vernice rossa. Tutto mi sembra sporco e divento diffidente perfino della luce: mi rintano nella mia stanza a leggere nell'oscurità nonostante fuori ci sia ancora estate: ho le persiane rotte, se le apro cadono. Le avrò rotte io tre giorni fa, comincio a pensare. Vedo insetti ovunque. Mi dimentico che esiste la muffa se lascio fuori dal frigo le cose: me ne accorgo quando ormai non posso più non accorgermene. Butto tutto nella spazzatura e mi costringo ad andare al secchione. Tornato in casa comincio a pensare che sia io ad emanare una vibrazione negativa, un odore mortale. Dovrò bruciare casa, suppongo. Per pigrizia rinuncio al proposito e esco per andare al lavoro. Passando vedo il cassonetto che vomita. Gli tiro le mie pasticche scadute.

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